Il 29 ottobre scorso, a due anni dalla sua fondazione, il Forum italiano dei
movimenti per la terra e il paesaggio è stato ascoltato dai deputati della
commissione riunita agricoltura e ambiente della Camera in relazione ai lavori
su due proposte di legge sul contenimento del consumo di suolo.
E' possibile scaricare il
documento consegnato alla Commissione al seguente link: https://app.box.com/s/0sok0hzi834wdpt2wcj8 (si tratta di un
lavoro gratuito realizzato dal basso, come tutto quello che produce il Forum,
da tanti cittadini che in poche ore hanno analizzato le proposte di legge in
discussione e proposto le osservazioni e gli emendamenti del caso).
Grazie anche all’attività del Forum, il tema del consumo di
suolo agricolo, già al centro della campagna “salviamo il paesaggio, difendiamo
i territori”, è quindi preso in seria considerazione nell’agenda politica del
Paese, in conformità con gli specifici orientamenti dell’Unione Europea.
L’approvazione di una legge che arresti il consumo di suolo (l’ISPRA
ha recentemente certificato un consumo di suolo di 69 ettari al giorno, 8 mq al
secondo!), restituisca valore alle attività agricole e paesaggistiche e serva
anche come misura di prevenzione e mitigazione del dissesto idrogeologico è
percepita come sempre più impellente dalla politica nazionale.
Le nostre amministrazioni comunali continuano invece a ignorare
le richieste dei comitati locali.
Il 18 settembre scorso, in occasione di un incontro fra
l’amministrazione comunale e la consulta ambientale, abbiamo avuto modo di incalzare
il Sindaco e l’Assessore all’Urbanistica chiedendo un riscontroall’ennesima
nota di sollecito inviata per proporre lo svolgimento del censimento del
patrimonio edilizio esistente sul territorio di San Salvatore Telesino,
essenziale atto propedeutico ad ogni futura attività di programmazione
urbanistica e di politica territoriale. In precedenza ne avevamo parlato con il
Responsabile dell’Area Tecnica che, pur dicendosi disponibile, aveva subordinato
ogni decisione in merito alla volontà del Sindaco e della sua maggioranza
consiliare.
Purtroppo, da allora non è pervenuta nessuna risposta, né
positiva né negativa, all’istanza reiterata alla nuova amministrazione il 30
luglio scorso, ai sensi della legge 241/90 e s.m.i., così come erano restate
inevase quelle precedenti. E il giudizio su amministrazioni (quella attuale come
quelle precedenti di San Salvatore Telesino) che non rispondono, in modo
formale e motivato, alle legittime istanze dei loro cittadini, non potrà mai
essere positivo, al di là del merito delle questioni.
D’altra parte, per inciso, anche sull’iter per la redazione
del nuovo P.U.C., in perfetta continuità con il silenzio della precedente
amministrazione, non è stata data ancora nessuna informazione e non è stato
avviato nessun coinvolgimento dei cittadini, mentre si avvicina (salvo
proroghe) la scadenza del 31 dicembre (termine per l’approvazione del piano,
data oltre la quale subentrerebbero le norme di salvaguardia, con la decadenza
del vigente PRG, e l’arrivo di un commissario ad acta).
La pianificazione urbanistica e le politiche di gestione del
territorio dovrebbero (anzi, DEVONO) sempre far prevalere l’interesse
collettivo (il cosiddetto “bene comune”) su quelli privati, e questo obiettivo
non può essere perseguito senza un’ampia partecipazione dei cittadini, espressamente
prevista e codificata dalle norme di riferimento, e che non dovrà essere
vissuta solo come un formale e vuoto passaggio burocratico. Quindi abbiamo
insistito affinché vengano pubblicati subito
tutti gli atti già in possesso dell’amministrazione e venga assicurata
la massima trasparenza a tutto il percorso.
Ricordiamo che, secondo quanto stabilito
dall’articolo 2 della legge regionale n. 16/2004 (NORME SUL GOVERNO DEL
TERRITORIO), obiettivo della pianificazione territoriale e urbanistica è, in
primis, la promozione dell’uso razionale e dello sviluppo ordinato del
territorio urbano ed extraurbano mediante il minimo consumo di suolo. Arginare
il consumo di suolo e tutelare le aree libere e agricole è quindi un obbligo di
legge, ma servirebbe anche a ri-orientare il mercato immobiliare verso il
recupero e il riuso dell’enorme patrimonio edilizio esistente e attualmente
sfitto, vuoto o non utilizzato, imprimendo nuove energie al comparto
dell’edilizia in una fase, probabilmente irreversibile, di forte contrazione.
In ogni caso, ridurre il consumo di
suolo poggia le sue ragioni sulla Costituzione, e in particolare sugli articoli
9 (che indica tra i compiti della Repubblica la tutela
del paesaggio e il patrimonio storico artistico della nazione) e 44 (che impone
un “razionale sfruttamento del suolo”, anche a costo di porre “vincoli alla
proprietà terriera privata). Inoltre nel 2006 l’Italia ha anche ratificato la
Convenzione europea sul paesaggio.
Si possono anche intuire le ragioni di una “non
condivisione” da parte dei nostri amministratori locali rispetto alla nostra
richiesta di censimento del patrimonio edilizio esistente, finalizzata a
monitorare abitazioni e fabbricati produttivi vuoti, sfitti e non utilizzati
con lo scopo di rilevare la realtà delle strutture edilizie già presenti nel
territorio e monitorare lo stato attuale dell’offerta edilizia prima di
assumere iniziative di pianificazione urbanistica, ma vorremmo che fossero
esplicitate (ammesso che siano esplicitabili) e che fosse data la possibilità
di discuterle.
Probabilmente fra le ragioni di questo dissenso dei nostri
amministratori locali rispetto alle iniziative per arginare il fenomeno del consumo
di suolo(che a tutti gli effetti deve essere considerata una risorsa non rinnovabile)
e quindi assumere le decisioni conseguenti in sede di pianificazione
urbanistica, c’è anche la possibilità di utilizzare i proventi degli oneri di
urbanizzazione per le spese correnti (possibilità introdotta come deroga
“transitoria” nel 2001 e purtroppo sempre prorogata).
Ma per non essere incoerenti con se stessi, dovrebbero
evitare di inserire promesse e impegni sulla tutela dell’ambiente e del
paesaggio nei loro programmi elettorali e nelle relazioni programmatiche di
mandato.
Volendo rispondere anche a chi ci chiedeva “da dove tiriamo
fuori certe teorie”, oltre a richiamare la normativa vigente e le proposte di
legge in discussione, rinviamo al testo di Luca Martinelli (dal titolo Salviamo
il Paesaggio – Ed. Altreconomia) regalato a tutti i consiglieri comunali e
riportiamo utilmente un sintetico estratto della mozione approvata
dall’Assemblea nazionale del Forum Salviamo il Paesaggio del 4 maggio scorso a
Bologna.
“Le organizzazioni
aderenti al Forum … VOGLIONO ribadire con forza – chiedendo di condividere a
tutti i livelli (politico, istituzionale, associazionistico, privato) – il
concetto che il suolo libero e il suolo
fertile sono beni comuni degli italiani, fondamento di tutte le funzioni
eco-sistemiche che stanno alla base della vita di ognuno, dai quali si ricavano
prima di tutto cibo, salute, sicurezza ambientale e bellezza, un immenso
patrimonio culturale collettivo e condiviso, di questi tempi la più
grande opportunità economica per la Nazione. Unarisorsa insostituibile e non rinnovabile, sulla quale si può
costruire il futuro del Paese e si possono creare tante opportunità di lavoro
per le nuove generazioni.
…VOGLIONO
segnalare che il settore agricolo e il settore turistico, due grandi asset
strategici del Paese, generatori di cultura, benessere e ritorno economico, che
sono stati troppo spesso relegati in secondo piano da chi progetta il futuro
dell’Italia, non possono prescindere dalla salvaguardia dei territori liberi
dal cemento, non consumati, non compromessi per sempre a scapito della
collettività per inseguire soltanto interessi privati.
INVITANO a
prendere atto che il ciclo economico
fondato sul cemento che consuma nuovo suolo (libero e/o agricolo) è terminato,
come ben evidenziano i dati sugli immobili costruiti negli ultimi anni e
rimasti invenduti o mai immessi sul mercato (670mila, secondo Nomisma). Nel
2012 le compravendite nel settore immobiliare sono state 444.018 e segnano un
meno 25,8% rispetto al 2011 (Agenzia del territorio),… la contrazione dei
consumi di cemento tocca, a fine 2012, il meno 45% rispetto al “picco” del
2006, e un meno 22% sul 2011 (Aitec), come confermato anche dalla scelta del
principale operatore dell'industria del cemento, che nell'ultima assemblea
degli azionisti, a metà aprile, ha annunciato che ridurrà da 17 a 8 il numero degli
impianti attivi sul territorio nazionale, consapevole di un trend ormai
incontrovertibile.
… prendendo atto
delle recenti dichiarazioni di autorevoli rappresentanti di primarie
associazioni datoriali e sindacali (Confindustria, Confcommercio,
Confartigianato, Confcooperative e Fillea Cgil in primis) che sollecitano,
concordemente con i nostri appelli, la necessità di riorientare il mercato
edilizio verso il recupero del vasto stock immobiliare attualmente sfitto,
vuoto o non utilizzato in luogo delle nuove edificazioni, INVITANO il mondo
politico ed amministrativo a concentrarsi su una concreta valorizzazione del
patrimonio esistente come leva sociale e anche economica - tenendo conto del
sempre più urgente fabbisogno di edilizia residenziale pubblica e sociale,
dunque, ponendo la pubblica amministrazione alla guida della fase di
transizione senza condizionamenti da parte del libero mercato.
RICORDANO che la
crisi economica attuale è anche frutto del "connubio perverso" tra
finanza e mercato immobiliare che ha trasformato le costruzioni in beni di
investimento. …si continua a ritenere il "mattone" una leva di
"crescita" mentre la grande quantità di invenduto mette in evidenza
che è saltato il rapporto tra domanda e offerta e che continuare in questa
direzione non può che aggravare la congiuntura negativa …”.
Infine, riteniamo sia utile anche riportare brevemente due
concetti tratti dagli interventi del Vicepresidente della Corte Costituzionale
Paolo Maddalena e del Prof. Dell’Università Ca’ Foscari di Venezia Francesco
Vallerani al convegno “zero suolo, zero Paese” del 25 otobre scorso a Roma.
“Popolo, territorio e
sovranità sono i tre elementi fondativi dello Stato. Il suolo appartiene quindi
al popolo sovrano come proprietà originaria collettiva tutelata dalla
Costituzione. … lo ius aedificandi è un diritto collettivo all’integrità del
territorio non collegato al diritto di proprietà privata, con la quale invece,
oggi, pare identificarsi. È lo Stato che concede tale diritto a determinate
condizioni contemplate dalla Costituzione” (Maddalena).
“L’attaccamento delle
persone ai luoghi in cui vivono, lavorano, si svagano, corrisponde a
un’immagine di sé. C’è una stretta connessione tra identità personale e
ambiente esterno. … veder distruggere luoghi belli e significativi per la
nostra vita, quindi, determina un impoverimento esistenziale che genera
malinconia. È come se morisse una parte di noi. In questo senso,contrapporsi a certi progetti che si
percepiscono come lesivi dei luoghi che amiamo, significa combattere per
tutelare la propria identità e qualità dell’esistenza; per evitare la
perdita di senso profondo di appartenenza ai luoghi, la soluzione è prendersi
cura dei luoghi” (Vallerani).
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